Viaggi mentali

2020, l’anno della pandemia

Tutto avrei pensato… ma mai e poi mai avrei immaginato che l’anno 2020 passasse alla storia come l’anno della pandemia globale a causa del maledetto Coronavirus.

Tutto inizia così

31 dicembre 2019: le autorità cinesi riferiscomo all’Organizzazione Mondiale della Sanità alcune polmoniti sospette nella città di Wuhan, 11 milioni di abitanti. La maggior parte delle persone colpite lavora al mercato del pesce e degli animali vivi di Huanan.

7 gennaio 2020: le autorità cinesi identificano il nuovo virus, chiamato 2019-nCoV, che fa parte della famiglia dei coronavirus (come la SARS e il raffreddore).

14 gennaio 2020: viene accertato il primo caso fuori dalla Cina, in Thailandia. Una donna arrivata proprio da Wuhan.

20 gennaio 2020: gli espertoni cinesi confermano che il virus si trasmette da uomo a uomo e non soltanto da animale a uomo. Migliaia e migliaia di Wuhanesi allora che fanno? Lasciano la città e si disperdono in giro per il mondo per festeggiare il capodanno Cinese.

pandemia 2020
Il mercato di Wuhan – PhotoCredit: Lab24 de Il Sole 24 Ore

23 gennaio 2020: Wuhan entra il lockdown.

Poi, da lì, sappiamo tutti come è andata… il problema è che io il 6 febbraio avevo un aereo prenotato per la Thailandia. Che faccio, vado o non vado? Rinuncio? Ma non scherziamo!!

Fatto sta che a distanza di un anno siamo ancora qui, a chiederci quando ne usciremo. O se ne usciremo. Da un anno ascoltiamo ogni giorno virologi, infettivologi, tuttologi di ogni genere senza sapere, alla fine, a chi credere perchè ognuno dice una cosa diversa. E per i comuni mortali ignoranti come me non è semplice fidarsi di uno piuttosto che di un altro. Sulla base di cosa mi devo fidare? Del più anziano? Del più figo? Di quello che ha studiato all’estero? Di quello di Rai Uno o di quello di Canale 5?

Buonsenso, ragazzi. Penso che se tutti avessimo usato un po’ più di buonsenso forse a quest’ora saremmo messi meno peggio.

Come ci ha cambiati la pandemia del 2020

E’ inutile negarlo: il 2020, l’anno della pandemia, ci ha cambiati. All’inizio del lockdown, nel mese di marzo, non facevamo altro che disegnare arcobaleni di tutte le misure con su scritto andrà tutto bene. Disegnavamo sui post-it, sugli A4, sulle lenzuola… il mondo sembrava stesse diventando un posto migliore! Sui balconi a cantare, a battere le mani, ad accedere le torce degli smartphone… Qualche volta, lo ammetto, mi sono anche commossa.

pandemia 2020 arcobaleno

C’era il sentore di un popolo unito; si intravedeva all’orizzonte uno spiraglio di umanità. Ne usciremo migliori, dicevano. Mah, secondo voi ne siamo usciti migliori? Secondo me no, anzi!

Io non mi sento granchè cambiata, nè in meglio nè in peggio. Sono sempre la stessa persona, solo un po’ più consapevole.
Ho scoperto che non è poi così male stare a casa, nonostante io abbia vissuto da metà febbraio a fine maggio in un cantiere, dove le uniche stanze agibili della casa erano il bagno e le camere da letto. Non avevo più un ingresso, una sala, un divano… diciamo che dopo questa posso sopportare qualsiasi cosa!

Ho passato il tempo tra smart working (una diavoleria) e Netflix, uscendo ogni tre o quattro giorni giusto per fare un po’ di spesa. Ho giocato tantissimo con Cristian, ho guardato mille serie tv, ho fatto anche un po’ di yoga e un po’ di aerobica.
Più il Governo mi obbligava a stare a casa, più mi passava la voglia di uscire (dicesi sindrome della capanna).
Forse in questo sono cambiata ma di sicuro non sono più umana (o meno umana) di come ero prima.

Ebbene si, ho anche fatto le tagliatelle (con l’aiuto di Cri, of course)

In tanti dicono mi mancano gli abbracci… a me no. Primo, perchè non sono una da tante smancerie; secondo perchè se mi va di abbraciare un’amica io la abbraccio punto e basta, non sarà di certo Conte o chi per lui ad impedirmelo. Sono strafottente? E chissenefrega!

Ancora oggi, a distanza di un anno vedo gente che si scansa se ti becca sullo stesso marciapiede, guardandoti con la faccia strana, come dire ehi c’è il covid dobbiamo stare almeno ad un metro e mezzo… E allora cambia marciapede, no?

Aver paura di essere troppo vicini in fila al super, aver paura di far avvicinare due bimbi che vogliono semplicemente salutarsi, aver paura a prescindere… Ecco, questo mi fa paura.

Mi fa paura il fatto di guardare un film e, per un attimo, stupirmi del fatto che gli attori non indossino la mascherina. Stupirmi nel vederli al ristorante. Stupirmi nel vederli tranquilli in aeroporto.
E questo, ragazzi, non è normale.
Non sono io ad essere cambiata. Non siamo noi ad essere diversi. Il mondo è cambiato e, mi spiace, nulla sarà più come prima.

pandemia 2020 aeroporto
Cosa mi fa paura? Questo.

In questa pandemia il virus non è l’unico ad uccidere

All’inizio in molti dicevano ah, ma è solo un’influenza, magari un po’ più tosta ma è comunque un’influenza. Ok, sto virus appartiene alla famiglia dei virus del raffreddore ma diciamo che non è proprio solo un’influenza.
Il Covid-19 ha già uccisio più di due milioni di persone. DUE MILIONI. Non dovrebbero neanche dircelo tramite quei fastidiosi DPCM di stare attenti, dovremmo arrivarci da soli.

Ma non è l’unica cosa che mi spaventa. Mi spaventa il fatto che molte (troppe) categorie di lavoratori siano ridotte alla fame. E quando dico alla fame intendo proprio che non hanno più i soldi per mangiare.

Vogliamo parlare dei ristoranti, dei bar e degli hotel? Vogliamo parlare di quell’immensa potenza che da sola potrebbe far diventare l’Italia il Paese più ricco del mondo, il turismo? Ma ci rendiamo conto di come stanno i titolari delle Agenzie di Viaggi? I titolari di aziende di bus turistici, le guide turistiche, le compagnie di crociera, eccetera eccetera eccetera?

Io e molti di voi si che ce ne rendiamo conto. Chi sta in alto, che oltre a rendersene conto dovrebbe anche agire, no.

Farei qualsiasi cosa per poter dare una mano agli amici che lavorano nel comparto turistico. E nel mio piccolo ci provo. Ho infatti creato il progetto #IOSTOCONLEAGENZIE il cui scopo principale è quello di dare ampia visibilità alle Agenzie di Viaggi e ai Tour Operator (ma anche alle strutture ricettive, ai locali, agli Enti, etc.) attraverso il blog e i social raccontando la loro storia, condividendo le offerte di viaggio per il 2021 ed evidenziando, inoltre, i vantaggi delle prenotazioni tramite Agenzie, rispetto al “fai da te”.


Se sei interessato/a a saperne di più su questo progetto scrivimi piumondopossibile@gmail.com


Abbiamo tutti voglia e bisogno di tornare a viaggiare. Certo, in modo sicuro, ma dobbiamo riparire. Le crociere, ad esempio, sono stra-sicure. Con tutti i protocolli di sicurezza che hanno attuato si è più tranquilli qualche giorno a bordo “di una bolla“, come usa adesso definire una nave, che non in giro per la propria città.

La pandemia 2020 in conclusione

In conclusione un bel niente. Qui non si è ancora concluso nulla ma un giorno, chiacchierando, potremmo dire ehi! ti ricordi il 2020, l’anno della pandemia?

Nel frattempo abbiamo imparato a vivere così, a distanza. Lontani ma con tanti di quegli hashtag da far invidia ai trafficanti di followers!! Da #andratuttobene a #distantimauniti; da #iorestoacasa a #ripartiamo; da #giallorafforzato a #zonarossa.

Che poi da #andratuttobene a #andratuttoaputtane è stato un attimo!

Be, spero di non avervi annoiato. Se avete voglia mi piacerebbe conoscere anche il vostro punto di vista su questa folle situazione (commentate pure qui sotto o scrivetemi).
E voglio sottolineare (anche se non dovrebbe essercene bisogno) che io non reputo affatto il Covid solo un’influenza, sia chiaro.


Ora vi lascio e vi abbraccio forte… ah no cacchio non si può.
Rifaccio.
Un bacio… no, vietato pure questo.
Rifaccio.
Una stretta di mano… ma sei pazza? non si può.

Va beh, ciao!
Cinzia

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