Weekend a Lisbona con Cricri
Me l’avevano detto che era bella, eh… ma io ho voluto verificare di persona! Mi avevano detto “vedrai, a volte ti sembrerà di essere a La Havana” (e io adoro La Havana, e Cuba in generale!).
Erano i primi giorni di gennaio dell’anno scorso. La busta che Babbo Natale mi ha fatto trovare sotto l’albero era ancora bella piena e allora via con le prenotazioni! Volo prenotato; hotel prenotato; guida comprata; non ci restava che studiare ed aspettare maggio.
E maggio, il 15, è arrivato in un attimo.
Siamo atterrati all’aeroporto di Lisbona nel primo pomeriggio e una macchina coi vetri scuri ci aspettava per portarci in hotel. Faceva un caldo porco. Ok, siamo alla metà di maggio ma non avevo previsto 32 gradi.
Percorrendo gli stradoni che ci porteranno in centro inizio a pensare che Lisbona mi piacerà un sacco; ma quando la macchina coi vetri scuri inizia ad imboccare vicoli e viuzze arriva la conferma nel mio cervello: Lisbona è stupenda!
ARRIVIAMO IN HOTEL
La scelta su Booking non è stata facilissima perchè Lisbona ha un sacco di hotels fighi e io, non essendoci mai stata, non sapevo decidere in che zona soggiornare. Alla fine ha vinto il Browns Downtown Hotel (qui trovate la fotogallery). E’ un hotel bellissimo, ricco di design con camere modaiole tutte con un utilissimo iMac sulla scrivania e una docking station per iPhone sul comodino.
Bollitore con vari tipi di thè e macchinetta Nespresso sono una gran bella cosa: un caffè prima scendere e perdere la dignità con la colazione in hotel ci vuole!
Poi, naturalmente, mega tv e wi-fi che va sempre bene!
Come potete immaginare il Browns Downtown non è economicissimo, ma vi assicuro che ne vale la pena! Ho fatto una prova per lo stesso periodo di quest’anno e una doppia con colazione costa circa 150 euro (noi avevamo speso un po’ meno) ma basta essere un minimo flessibili con le date per trovare ottime tariffe!
USCIAMO SUBITO
Altro punto di forza, a parer mio, di questa struttura è la posizione: è in Rua Dos Sapateiros, nel quartiere di Santa Maria Maior.
A due passi c’è tutto quello che si vuole e, soprattutto, c’è Zara. E’ stata la nostra prima tappa Zara Baby: abbiamo comprato dei pantaloncini corti e delle magliette a mezze maniche a quel povero bambino sudato. Già è magrino di suo… se mi sudava ancora un po’ auguri!
Colpa mia, comunque, perchè devo smetterla di ascoltare mia nonna quando mi dice che la lana sulla pelle fa bene, che la canottiera ci vuole sempre, anche d’estate, che sciarpa e berretto lo proteggono (da togliere in luglio e in agosto. Almeno). Beh, non è che fosse vestito con maglia di lana, sciarpa è berretto eh… non sono mica a ‘sti livelli. Però, come vi dicevo prima, nenache prevedevo di trovarmi catapultata a più di 30 gradi!
Torniamo alla nostra zona di soggiorno: la parallela di Rua Dos Sapateiros è Rua Augusta, vialone lungo e largo che porta dritto a Praça do Comércio andando in giù e a Praça Dom Pedro IV (o Praça Rossio) andando in su. Pieno zeppo di negozi di ogni genere (dal negozietto di calamitine, al monomarca superfashion), bar, ristoranti (tutti molto turistici col cameriere che ti tira dentro per la maglietta), mimi e giocolieri vari, e chi più ne ha più ne metta… a noi e rimasta impressa nella mente una signora seduta su una seggiolina di legno proprio sotto l’arco che ti spalanca la vista su Praça do Comércio: vecchietta, messa maluccio, con le braccia rivolte al cielo ad imprecare (o forse no, boh) una frase, sempre la stessa, del tipo
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Ancora oggi, a quasi un anno di distanza, a volte Cri mi chiede “mamma, ma cosa diceva quella signora a Lisbona?” E chi lo sa Cri!
Il nostro pomeriggio prosegue attraversando questa bellissima e maestosissima piazza. E’ talmente grande che mi ci perdo! Andiamo verso il mare per fare una passeggiata e una delle prime cose che incontriamo sapete cos’è stata? Indovinate un po’? Una bancarella di mojto. Col caldo che fa cosa fai, non te lo prendi un mojtino? Fatto, uno io e uno Gian (per la modica cifra di 20 euro, ma cosa c’entra?! sei in vacanza, chettefrega!).
Ci siamo fatti l’Avenida da Ribeira das Naus, un po’ allegri, fermandoci in un bellissimo prato per far giocare il piccolo bambino (e per far dormicchiare un po’ quello grande). Ci siamo lasciati il mare alle spalle e ci siamo appropinquati tra le vie interne senza sapere dove stessimo andando (è bello, a volte, vagare così, senza una precisa meta). L’ora di cena si stava avvicinando e, quando si viaggia con un bimbo, non si può sgarrare più di tanto.
Infatti, da bravi turisti medi, abbiamo cenato in un posto molto carino (turistico ma non troppo; senza nessuno che ti tira i vestiti per trascinarti dentro, ecco) assicurandoci che facessero cibo commestibile per l’infante di due anni e mezzo a cui già normalmente non piace una cippa! Non ricordo, in realtà, cosa abbiamo mangiato io e Gian ma ricordo benissimo che vicino avevano una fantastica birreria. Andiamo.
Ma… ma… ma… questa non è una birreria, questo è i famoso Museu da Cerveja! E chi va più via da qui…
Devo dire la verità, a me la birra non fa impazzire (a Gian si), ma qui ce ne sono talmente tanti tipi che ho subito trovato quella che, invece, mi faceva impazzire di brutto!!
Ne abbiamo bevute soltanto un paio ma per i due giorni seguenti, quella al Museu, era ormai diventata una tappa fissa… almeno due volte al giorno, pomeriggio e sera!
Il problema è che proprio a fianco al Museu c’è un chioschetto (ma ce ne sono tantissimi sparsi per la città) che fa la Ginjinha. Ecco, questo è un vero problema, perchè ne berrei all’infinito…
MA ANDIAMO AVANTI
Il giorno seguente lo trascorriamo a camminare, camminare, camminare… Non so quanti chilometri avremo fatto; so solo che il mio ginocchio, a fine giornata, chiedeva pietà.
Siamo arrivati in Praça Rossio, centro nevralgico di Lisbona e zona molto vivace! Ci sono vari monumenti e punti di interesse in questa grande piazza, come ad esempio la Statua di Dom Pedro IV (il Re Soldato), il Teatro Nacional D. Maria II (una volta era la sede dell’inquisizione portoghese), la Stazione ferroviaria del Rossio con la sua imponente facciata (da qui partono i treni per Sinstra: la prossima volta ci andremo di sicuro) e altre cose che, sinceramente, a distanza di un anno non ricordo perfettamente (mea culpa, non fucilatemi).
Continuiamo la nostra gita verso ovest e le strade iniziano a diventare stradine strette e ripide; a volte molto strette e a volte molto ripide: diciamo che passeggiare da ‘ste parti con il passeggino contenente il piccolo bambino non è stata la cosa più facile che io e Gian abbiamo fatto in vita nostra. Anzi.
Ma piano piano, sgambettando qua e là, arriviamo nel quartiere che davvero sembra La Havana: il Bairro Alto (in alcuni punti, a me, sembra anche un po’ Orgosolo!)
E’ davvero bello respirare questa atmosfera. Il sole cocente non smette un attimo di abbagliarci, Cricri è bravissimo ma ha voglia di camminare! Ci fermiamo per il pranzo in un localino caratteristico dove, come al solito, cerchiamo cibo adatto all’infante di cui sopra. La birra non manca neanche qui: bisogna bere quando fa molto caldo (sarebbe d’accordo anche mia nonna).
Il pomeriggio, facciamo un giro su una delle caratteristiche funicolari di Lisbona, l’Elevador da Glória (che collega la Praça dos Restauradores con la via di São Pedro de Alcântara) per poi prenderci il nostro bel tuc-tuc (ginocchio ringrazia) e scoprire da seduti, belli comodi, con una pazza piena di treccine che guida, parti di Lisbona che altrimenti non avremmo visto!
La pazza piena di treccine fa un po’ di fatica ad incastrare il passeggino nel “bagagliaio” del tuc-tuc, ma alla fine ci riesce, e si parte! Guida come Vin Diesel in Fast&Furious… almeno ci arriva un po’ d’aria in faccia!
In una lingua mista tra portoghese, inglese e italiano (non si capisce granchè) ci spiega tutto quello che vediamo sfrecciando per le strade finchè arriviamo ad uno dei tantissimi Miradouro lisboniesi.
Inutile dirvi che la vista di Lisbona da quassù è qualcosa di spettacolare:
Riprendiamo la nostra corsa sul tuc-tuc e ci facciamo lasciare nel quartiere dell’Alfama, più o meno di fronte al Museu do Fado. Salutiamo la pazza piena di treccine e via!
Da qui ricominciamo a camminare, scoprendo ad ogni passo che questa città è molto più bella di come me l’avevano raccontata. E’ bella ovunque. Se proprio dovessi raccontarvi qualcosa che non mi è piaciuto di Lisbona sarei in difficoltà. C’è da dire che non l’abbiamo vista tutta tutta eh: in due giorni e mezzo, con pargolo e passeggino al seguito non sarebbe stato possibile. Ma ci rifaremo!
Intanto, dato che l’ora dell’aperitivo con conseguente cena è arrivata, ci avviciniamo al Browns Downtown e facciamo un altro paio di vasche nel vialone a vedere un po’ di negozi e a comprare qualche calamita per il frigo e un regalino per Cricri (ha voluto il modellino del Tram 28).
TERZO GIORNO
Che praticamente è l’ultimo, dato che il volo, il giorno seguente, partirà in mattinata.
Oggi si va a Belém. Lontano dal centro ma collegato benissimo. Si può raggiungere con il tram o via mare. Indovinate cosa abbiamo scelto noi?
Bravissimi!
Abbiamo preso un bel battello giallo da Terreiro do Paço. O meglio: abbiamo acquistato il ticket e abbiamo aspettato tranquilli la partenza. Nel frattempo, dato che proprio lì c’era una specie di bar costruito dentro ad un gozzo con un tipo che preparava ottimi moijti… che fai? Cricri non ci sopportava quasi più. Ma avevamo caldo!
Il battello giallo, puntuale come uno svizzero, parte. Cri è un sacco affascinato. Per lui è la prima volta su un mezzo simile; ha già provato traghetti e navi ma i battelli mancavano!
Il Cristo Rei è sempre più vicino a noi. Bello. Imponente. Ma il mio pensiero va direttamente a Rio de Janeiro: se mi sembra gigante e stupendo questo, cosa farò quando vedrò dal vivo il Cristo Redentore? Perchè lo vedrò prima o poi… certo che si!
La Statua del Cristo Rei si erge sulla riva sud del Rio Tejo e sovrasta Lisbona. La statua è super famosa (e se riuscite andateci, non fate come me) soprattutto per il punto panoramico, a 80 metri di altezza, che offre una stupenda vista su Lisbona.
E’ stato bello anche passare sotto il Ponte 25 de Abril. Mi piacciono tanto queste architetture “sospese”!
Ma arriviamo a Belém.
Non so, sembra di essere in una fiaba… ho avuto questa sensazione. La Torre di Belém è bellissima… ma proprio tutto il quartiere mi ha colpita per la tranquillità, gli immensi spazi verdi pieni di giochi per i bimbi, gli edifici colorati. Ho avuto come l’impressione di essere in un posto “educato“. Ecco si, la sensazione era proprio questa. Non chiedetemi perchè o che cosa significhi “posto educato”, non saprei rispondervi. So solo che è cosi. Punto e basta.
Oggi il caldo è quasi insopportabile. Dalla “disperazione” mi sono presa un frappuccino ghiacciato da Starbucks; ora che ci penso era dai tempi di New York che non entravo da Starbucks.
Cri e Gian si sono buttati sul gelato (buttati nel senso che hanno optato per prendere un gelato, piuttosto che un frappuccino; non buttati nel senso stretto, eh)
Il mio ginocchio, che ormai ha perso le speranze di tranquillità, continua a fare il suo lavoro scricchiolando un po’ e alla fine arriviamo al Padrão dos Descobrimentos (Monumento alle Scoperte).
BREVE STORIA: è una scultura monumentale realizzata per commemorare l’epoca d’oro della storia nazionale portoghese. E’ uno dei monumenti più recenti di Lisbona. E’ stato costruito sulle rive del fiume Tago, punto di partenza delle grandi avventure marinare e rappresenta una delle attrazioni principali di questo affascinante (ed educato) quartiere.
Si può entrare e salire fino all’osservatorio; da lì è possibile ammirare dall’alto la Rosa dei Venti, una piazza decorata con un originale mosaico di piastrelle rosa, bianche e nere e il porticciolo turistico pieno zeppo di barchette!
Passata questa simpatica installazione (penso temporanea) fatta di lucchetti che coprono la scritta LOVE (della serie Tre metri sopra il cielo) è pieno di bancarelle che vendono cose di ogni tipo, dall’artigianato locale ai panini, e quello che abbiamo mangiato io e Gian era davvero ottimo!
Si è fatto tardi, e il battello giallo che ci riporterà in centro ci sta aspettando.
Purtroppo questa mini-vacanza è quasi finita.
La sera, infatti, prosegue “sotto casa”: perchè siamo stanchi, perchè siamo anche un po’ pigri, perchè non abbiamo più voglia di sbatterci. Giusto il tempo di cenare, di mangiare un gelato, di comprare gli ultimi regalini da portare a casa e si va a dormire.
Domani mattina la macchina coi vetri scuri ci aspetta presto fuori dall’hotel per portarci in aeroporto. E’ stata una bellissima vacanza. Davvero bella.
E poi è vero:
quando torni da un viaggio non sei mai la stessa persona che è partita
E voi?
State organizzando un viaggio a Lisbona? Vi consiglio di fare un saldo su Civitatis, dove potrete trovare un sacco di cose interessanti prima di partire, tipo queste ⬇
Alla prossima,
Cinzia ❤
Beh avevi ragione questo post è di pancia e mi è piaciuto tantissimo.
:-*
Con me su Lisbona sfondi una porta aperta. Ma devo ammettere che mi hai fatto emozionare. Si evince, leggendoti, che l’hai vissuta con molta passione 🙂 Ma del resto Lisbona é una città incredibile. Grazie di aver condiviso questo racconto, adoro leggere cosa pensano le persone quando visitano quella che è la mia terza casa, ma comunque casa!
E tu fai emozionare me se dici che ti ho fatto emozionare! Beh, Lisbona è talmente bella che non avrei potuto scrivere nient’altro! 💕
Che bello questo post su Lisbona, mi hai fatto proprio venire voglia di andarci al più presto! Complimenti per l’articolo e per le foto 🙂
Grazie! Si, Lisbona ci è piaciuta tantissimo e ci torneremo di sicuro!